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CINA: SECONDO UN’UNIVERSITÀ AUSTRALIANA I CHIRURGHI CINESI UCCIDONO I PRIGIONIERI PER PRELEVARE GLI ORGANI

6 aprile 2022:

Un nuovo studio australiano afferma di aver portato alla luce prove che i chirurghi in Cina hanno espiantato cuori dei condannati a morte prima della loro morte cerebrale.
Lo studio dell'Università Nazionale Australiana, pubblicato il 5 aprile 2022 sull'American Journal of Transplantation, ha preso in esame migliaia di articoli medici cinesi pubblicati nel corso di decenni, concludendo che i chirurghi sono stati impiegati dallo stato per uccidere prigionieri usando interventi di espianto d'organo.
I documenti ufficiali cinesi certificano che i prigionieri fossero cerebralmente morti prima della rimozione degli organi, tuttavia i ricercatori dell’università australiana affermano che il loro modello di calcolo abbia portato a conclusioni diverse.
Nel 2015 la Cina ha dichiarato di aver fermato l’espianto degli organi dai prigionieri giustiziati, che secondo i gruppi per i diritti umani includevano minoranze perseguitate come il Falun Gong e i musulmani Uiguri.
Tuttavia, questo è il primo studio sistematico a sostenere che i prigionieri fossero ancora vivi sul tavolo operatorio negli ospedali statali e militari cinesi quando i loro cuori e polmoni sono stati rimossi. Secondo queste conclusioni, i chirurghi hanno agito come boia al posto dei plotoni di esecuzione, in violazione dell'etica medica.
"Abbiamo scoperto che i medici sono diventati carnefici per conto dello stato e che il metodo di esecuzione era la rimozione del cuore", ha detto il coautore dello studio e ricercatore PhD Matthew Robertson.
"Questi interventi chirurgici sono altamente redditizi per i medici e per gli ospedali che li praticano".
Lo studio ha utilizzato analisi computazionali dei testi per condurre una revisione forense di 2838 documenti tratti da un insieme di 124.770 pubblicazioni relative a trapianti in lingua cinese. Un algoritmo ha cercato dichiarazioni dubbie di morte cerebrale e ha trovato che in 71 rapporti la morte cerebrale non era stata correttamente dichiarata.
Ciò significa che la rimozione del cuore durante la procedura è stata la causa medica del decesso, rendendo gli stessi chirurghi dei boia.
Robertson ha detto all'Australian Financial Review che è probabile che i numeri siano molto più alti di 71, dato che le evidenze sono scaturite da un piccolo campione, inoltre i risultati incompleti sono stati omessi e sono stati coinvolti 56 ospedali e più di 300 operatori sanitari in Cina.
“Probabilmente ci sono molti più casi non rilevati. Questo risultato viene da un piccolo campione", ha detto.
Il dottor Jacob Lavee, un cardiochirurgo israeliano, che ha anche una collaborazione con l'Università di Tel Aviv, è un coautore dell'articolo.
Robertson ha affermato che gli interventi chirurgici sono stati condotti su prigionieri del braccio della morte e su "prigionieri di coscienza", che potrebbero includere prigionieri politici o di etnia uigura.
"Anche se non sappiamo esattamente come questi prigionieri finiscano sul tavolo operatorio, possiamo ipotizzare che ci siano molteplici scenari preoccupanti su come ciò avvenga", ha affermato Robertson.
"Questi includono un proiettile alla testa del prigioniero prima di essere immediatamente portato d'urgenza in ospedale, o l'iniezione di una sostanza che paralizza il prigioniero".
Non è chiaro se qualcuno dei prigionieri fosse cosciente durante l’intervento di prelievo degli organi, sebbene questo non fosse l'obiettivo dello studio.
La regola universale del donatore morto afferma che il prelievo di organi non deve iniziare fino a quando un donatore non viene formalmente dichiarato morto.
I dati raccolti riguardano le procedure cliniche relative all'intubazione e alla ventilazione dei donatori, la dichiarazione di morte cerebrale e l'inizio dell'intervento chirurgico di prelievo degli organi.
Robertson è anche coautore di un documento del 2019 in cui suggerisce che il governo cinese potrebbe aver utilizzato una semplice equazione matematica per falsificare i suoi numeri di donazioni volontarie di organi.
La Cina ha ripetutamente negato le accuse di essere coinvolta nell'espianto di organi. Tuttavia, ha quello che si ritiene essere il più vasto programma di donazione volontaria di organi al mondo.
Lo studio afferma che la Cina prevede di eseguire 50.000 trapianti entro il 2023, formalmente da donatori volontari, il che costituirebbe il programma di trapianti volontari di maggior successo al mondo. 

(Fonti: Australian Review, 05/04/2022)

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