|
|
|
|
|
|
|
Rapporto sul secondo Forum Annuale dellâUe sulla Pena di Morte in Zambia
Centro Internazione Conferenza di Mulungushi, a Lusaka. 12 ottobre 2010
LA MORTE NON HA APPELLO
Introduzione
In seguito al successo dellâevento del 2009, la Delegazione dellâUnione Europea a Lusaka ha organizzato il suo secondo Forum sulla Pena Capitale, in seno agli  sforzi tesi ad aumentare il dibattito sullâabolizione della pena capitale, in occasione della Giornata Europea contro la Pena di Morte. La pena capitale in Zambia rimane nei codici per i reati di omicidio, rapina aggravata e tradimento. Le esecuzioni avvengono per impiccagione ma dal 1997, anno in cui lâallora presidente Levy Mwanawasa dichiarò una moratoria di fatto, non ne vengono eseguite. Lâattuale presidente, Rupiah Banda, ha mantenuto la posizione del suo predecessore, e da quando è in carica ha graziato 53 detenuti del braccio della morte. La pena capitale è stata seriamente discussa alla Conferenza Costituzionale Nazionale (NCC) allâinizio dellâanno, ma è stata mantenuta nella bozza di Costituzione nella sezione della Legge sui Diritti (Art. 40 II), che ora ha bisogno dellâapprovazione della maggioranza degli elettori tramite referendum.
Lâevento
Al forum hanno partecipato oltre settanta persone provenienti da settori trasversali della societĂ , tra cui organizzazioni della societĂ civile, rappresentati di governo, membri della comunitĂ diplomatica, leader religiosi, media e persino un ex detenuto nel braccio della morte.
Il forum è stato ufficialmente aperto da Derek Fee, capo della delegazione dellâUnione Europea, che ha ribadito la forte posizione dellâEu contro la pena di morte nel mondo. Fee ha sottolineato che lâabolizione della pena capitale è una prioritĂ chiave dellâUe sia a livello politico che operativo, grazie allâimportante lavoro consolidato attraverso lâEIDHR. Ha poi riaffermato che lâUe continuerĂ ha esortare lo Zambia a unirsi al trend mondiale verso lâabolizione.
Â
Pena di morte obbligatoria
La prima parte del forum è stata dedicata allâaspetto dellâobbligatorietĂ della pena capitale.
Il senatore italiano Marco Perduca, membro della delegazione di Nessuno tocchi Caino, ha introdotto lâargomento presentando un riassunto di resoconti e pareri sulla questione, sia a livello nazionale che internazionale. Le condanne a morte obbligatorie, ha affermato, non tengono in considerazione i meriti specifici del singolo caso, e sono state ampiamente criticate dalle autoritĂ per i diritti umani. Moltissime corti, tribunali, commissioni e parlamenti di tutto il mondo convengono che lâobbligatorietĂ della pena di morte contravviene alla dignitĂ intrinseca dellâessere umano e al diritto a un trattamento umano previsto dalla legislazione internazionale sui diritti umani. Il senatore Perduca ha citato i casi di diverse autoritĂ , tra cui il Privy Council, la Corte Suprema statunitense, la Corte Costituzionale sudafricana, e la Corte Suprema dellâIndia, le quali hanno tutte emesso sentenze che condannano i provvedimenti legali che impongono la pena di morte come condanna obbligatoria.
Abraham Mwansa, un avvocato di Lusaka, membro della Law Association in Zambia, ha proseguito concentrandosi sui recenti sviluppi dellâobbligo della pena di morte nella regione e in tutto il paese. Ha sottolineato che, a giugno 2005, la Corte Costituzionale dellâUganda ha emesso una sentenza in cui dichiara incostituzionali le leggi che rendono obbligatoria la pena di morte per alcuni reati gravi e che dunque tali leggi vanno riviste. Questa sentenza è stata rafforzata nel 2009, quando la Corte Suprema del paese ha confermato che la condanna a morte obbligatoria e una permanenza eccessivamente lunga nei bracci della morte sono incostituzionali, stabilendo che le condanne a morte vengano commutate in ergastolo dopo tre anni di carcere.
Decisioni simili sono state prese, successivamente, in Malawi e in Kenia. In Malawi, in un caso del 2007, Francis Kanfantayeni e altri 5 imputati contro il Procuratore Generale, la corte ha stabilito che âla pena di morte obbligatoria viola i diritti dellâindividuo, che è protetto da trattamenti e punizioni disumani, nega il diritto a un giusto processo e alla revisione del caso da parte di una corte superiore.â La piĂš recente sfida allâobbligatorietĂ della pena di morte coronata da successo è quella che risale a luglio 2010 quando una corte del Kenia ha dichiarato la disposizione sulla pena di morte obbligatoria, incostituzionale e in violazione della clausola della Costituzione che proibisce trattamenti disumani.
LâAvv. Mwansa ha continuato dicendo che la Costituzione dello Zambia (allâArt. 12.1) non dice se la pena di morte sia obbligatoria, tuttavia la sezione 294.2 del codice penale ne prevede lâobbligatorietĂ per alcuni reati, tra cui rapina aggravata con uso di armi da fuoco. Il 7 settembre lo Zambia è divenuto uno dei paesi a sfidare questa istanza con il caso di Alex Njamba.
Il caso è stato portato davanti al vice presidente della Corte Suprema, il giudice Ireen Mambilima, e ai giudici Dennis Chirwa e Hilda Chibomba, riuniti a Ndola, sostenendo che la condanna a morte di Njamba era unâarbitraria privazione della vita. Mansa ha confermato che qualunque sarĂ la decisione della Corte (prevista per dicembre 2010) essa verrĂ applicata solo allâappellante e al reato di rapina aggravata. Si spera tuttavia che la corte si esprima in favore dellâincostituzionalitĂ della pena di morte obbligatoria, cosĂŹ da creare un precedente che potrebbe venire usato da altri condannati a morte in base a questa disposizione del codice penale.
Nessuno tocchi Caino
La parlamentare italiana Elisabetta Zamparutti, anche Tesoriera dellâOng Nessuno tocchi Caino (NtC) ha illustrato al forum il lavoro dellâassociazione e il trend internazionale sulla pena di morte in generale. Il viaggio della delegazione di Nessuno tocchi Caino in Zambia, durato tre giorni, è parte dellâimpegno mondiale dellâOng contro la pena di morte. Lâassociazione è particolarmente impegnata a raccogliere il maggior sostegno possibile alla prossima risoluzione Onu per una moratoria universale delle esecuzioni capitali. Questa risoluzione andrĂ in Assemblea Generale delle Nazioni Unite alla fine dellâanno e si auspica che lo Zambia (paese di fatto abolizionista) la sostenga. Dopo il forum, Nessuno tocchi Caino ha proseguito la sua permanenza in Zambia visitando il carcere di massima sicurezza di Mukubeko, a Kabwe, e incontrando alcuni parlamentari tra cui i ministri Kabinga Pande (Esteri), George Kunda (Giustizia) e il vice ministro della giustizia Todd Chilembo.
Dibattito â âLa pena di morte costituisce una punizione crudele e eccezionale per la quale non câè posto in una societĂ civilizzataâ
A discutere di questa questione nel dibattito di questâanno câera lâOn. Given Lubinda, parlamentare di Kabwata. Nella sua difesa della posizione abolizionista ha analizzato gli elementi della mozione. LâOn. Lubinda ha sostenuto che causare la morte di qualcuno, qualunque siano le circostanze, è un atto crudele e che la pena capitale non è adatta per nessuna delle quattro normali giustificazioni date dallo stato per tale pena. Lubinda ha affermato con forza la posizione che la pena di morte non ha senso in termini di punizione, non riabilita un criminale, non offre sufficiente consolazione o risarcimento alle vittime e non câè prova che abbia un effetto deterrente contro il crimine.
Il pastore Conrad Mbewe, della Chiesa Battista di Kabwata, ha iniziato la sua replica alla presentazione del parlamentare ammettendo che normalmente ci si aspetterebbe che una persona nella sua posizione fosse in prima linea nella battaglia per lâabolizione della pena di morte.
Sebbene il Pastore Mbewe sia a favore della prerogativa presidenziale di concedere la grazia, ha affermato che i principi di imparzialitĂ e di giustizia devono essere la guida delle discussioni sulla pena di morte. Ha detto che tutti sono nati con un innato senso di equitĂ e che, in circostanze in cui non vi siano dubbi, un giudice può avvalersene per emettere una condanna a morte. Il Pastore ha proseguito delineando gli otto argomenti piĂš diffusi contro la pena capitale e ha spiegato le sue motivazioni contrarie ad ognuno di essi. Ha concluso il suo intervento sostenendo che la pena di morte è una forma di giustizia vera e che la magistratura deve sempre essere in grado di chiedersi: âCosa merita questo crimine?â
Eâ seguita un animat dibattito, in cui la maggior parte degli oratori mettevano in discussione il sostegno alla pena capitale. I partecipanti erano interessati a capire la posizione della Bibbia sul tema e il pastore Mbewe ha chiarito che il sesto comandamento in effetti dichiara: ânon uccideraiâ. LâOn. Lubinda ha sottolineato lâimportanza di tenere presente che un dibattito sulla pena di morte dovrebbe andare oltre la semplice discussione della legge in vigore perchĂŠ le leggi possono cambiare come riflesso dei valori sociali di cui sono espressione. Riferendosi alla tacita approvazione dellâesecuzione di Saddam Hussein, uno dei partecipanti ha evidenziato che nella comunitĂ internazionale a volte possono essere applicati standard diversi. In risposta, sia lâUe che Nessuno tocchi Caino hanno fatto presente che câè stata una forte condanna dellâUnione Europea allâesecuzione di Saddam.
Rispondendo alle numerose osservazioni fatte dai presenti, lâOn. Lubinda si è dilungato sul fatto comprovato che la pena di morte non risolve nessuno dei problemi che portano alla criminalitĂ e che in realtĂ li peggiora. Si è anche concordato, nel corso della discussione, che non esistono eccezioni culturali o religiose allâapplicazione della pena di morte e che riflette semplicemente il rispetto della vita di ogni singola societĂ .
Â
Â
Chiusura
Il forum è stato chiuso dallâAmbasciatore francese in Zambia, Olivier Richard, che ha riassunto la discussione enfatizzando quanto sia importante che vengano ascoltate anche le argomentazioni anti-abolizioniste. Ha fatto riferimento a numerosi miti e fatti che circondano la pena di morte e ha terminato con un appassionato appello perchĂŠ vi sia una genuina guida politica sul tema della pena capitale.
Â
Conclusioni e attivitĂ future
Il forum del 2010 fornisce lâopportunitĂ di unâampia discussione sulla pena di morte in Zambia, sugli sviluppi interni regionali e sulle prospettive globali. Il forum ha avuto unâampia partecipazione e ha anche ricevuto una buona copertura dalla stampa cartacea nazionale. Questa rinnovata attenzione alla pena di morte è arrivata in un momento in cui esiste lâopportunitĂ che lo Zambia faccia una dichiarazione politica a sostegno della Risoluzione Onu sulla moratoria mondiale e quando sono stati fatti progressi interessanti nel miglioramento dellâapplicazione della legge in vigore attraverso lâimpugnazione legale dellâobbligatorietĂ della pena. Partendo dal lavoro di Nessuno tocchi Caino di sostegno alla Risoluzione Onu, lâUnione Europea in Zambia si impegnerĂ , assieme al governo, attraverso una azione ufficiale, inserita allâinterno di sforzi piĂš globali, a raccoglie il maggior sostegno possibile alla Risoluzione. Questo lavoro verrĂ guidato dalla delegazione dellâUe e dellâAmbasciata irlandese in Zambia.
|
|
go back |
|
|
|
|
|
|