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IL X CONGRESSO DI NESSUNO TOCCHI CAINO CONFERMA GLI ORGANI DIRIGENTI R. BERNARDINI, S. D’ELIA ED E. ZAMPARUTTI E RILANCIA LA BATTAGLIA PER L’AMNISTIA E L’INDUTO NEL SOLCO DEL PENSIERO NONVIOLENTO DI MARCO PANNELLA E LA RIFORMA DEL SISTEMA DELLE MISURE DI PREVENZIONE, INSIEME ALLA LOTTA AI REGIMI, A PARTIRE DA QUELLO IRANIANO

16 dicembre 2023:

Milano, 16 dicembre 2023

Il X Congresso di Nessuno tocchi Caino, riunito nel Teatro “Marco Pannella” della Casa di Reclusione di Opera nei giorni 14, 15 e 16 dicembre 2023 ha concluso i suoi lavori con l’elezione degli organi dirigenti, confermando Rita Bernardini come Presidente, Sergio d’Elia come Segretario ed Elisabetta Zamparutti come Tesoriere. La Presidenza d’Onore è composta dai Professori Tullio Padovani, Vincenzo Maiello, Andrea Saccucci, Santi Consolo e Giuseppe di Federico.

Nel corso dei lavori congressuali hanno partecipato dall’esterno circa 300 persone con la presenza di almeno 150 detenuti.

La mozione approvata ha espresso, “nel trentennale della sua fondazione, gratitudine nei confronti di tutti coloro che in vario modo hanno contribuito alla vita, alle lotte e ai successi dell'Associazione radicale nonviolenta, transnazionale e transpartitica “Nessuno tocchi Caino” che i suoi costituenti, a partire da Marco Pannella e Mariateresa Di Lascia, hanno concepito come mezzo e fine di disarmo del potere e della giustizia con la forza gentile dell’amore e della nonviolenza. Invita dirigenti, militanti e simpatizzanti di Nessuno tocchi Caino, oltre che rappresentanti di istituzioni accademiche, culturali, politiche, a promuovere nel corso del 2024, a settant’anni dalla sua nascita e a trenta da quando è venuta a mancare, iniziative per ricordare il pensiero e l’opera di Mariateresa Di Lascia.”

Il Congresso, nel prendere atto con soddisfazione che con le risoluzioni ONU sulla moratoria delle esecuzioni capitali e con le sentenze della Corte europea e della Corte costituzionale italiana contro l’ergastolo ostativo, molti bracci della morte siano stati chiusi e condannati a vita siano stati liberati, ha impegnato gli organi dirigenti e iscritti a fare iniziative volte a “ridurre fino a superare il danno proprio del carcere, un istituto inutile, patogeno e criminogeno”. In particolare, nell’immediato, gli organi dirigenti sono impegnati “ad adoperarsi per chiudere tutti i bracci della morte e le strutture o i regimi altrettanto mortiferi quali sono le sezioni del 41 bis, i reparti e le forme di isolamento prolungato superiore a quindici giorni consecutivi senza significativi contatti umani che, insieme all’isolamento indefinito, le Regole Mandela considerano una forma di tortura o un trattamento o punizione crudele, inumana e degradante.”

Il Congresso ha espresso soddisfazione per il fatto che, nel Trentennale di vita associativa, per la prima volta, Nessuno tocchi Caino abbia superato i 3.000 iscritti, che sono affluiti grazie anche – è scritto nella mozione – “al metodo radicale e a una concezione – che è della vita, degli organismi viventi come dell’organizzazione politica – radicalmente nonviolenta, inclusiva, ecologica”.

L’ambizione di Nessuno tocchi Caino è quella di assicurare “una dimensione di risorse umane e finanziarie adeguata a sostenere la necessità e l’ambizione della propria azione anche a livello transnazionale. Questo, a partire dalla lotta a tutti i regimi autoritari e illiberali, come il regime iraniano dei mullah a fronte del quale va ribadito e rafforzato l’impegno radicale ultradecennale di iniziative politiche, parlamentari, transnazionali e nonviolente a sostegno della Resistenza Iraniana.”

Inoltre, per quanto riguarda la dimensione nazionale italiana, si è ribadito che solo “un ampio provvedimento di amnistia e di indulto può consentire allo Stato italiano di definirsi uno Stato democratico, uno stato di Diritto.” A tal proposito, si è ricordato Giorgio Napolitano, che da Presidente della Repubblica, “sotto la spinta di un nonviolento pressing di Marco Pannella, ha avuto l’intelligenza e l’integrità morale e civile di rivolgere un solenne messaggio alle Camere sul preoccupante stato della giustizia penale e delle carceri italiane.”

Il Congresso ha preso atto che “oggi, la situazione si è addirittura aggravata: mai era accaduto nella storia del nostro Paese che in un anno, il 2022, ben 84 detenuti si togliessero la vita. Quest’anno siamo già a 64 e il sovraffollamento sta sfiorando la soglia critica di deci anni fa con oltre 60.000 detenuti stipati in 47.000 posti regolamentari. Per questi motivi, ha impegnato gli organi dirigenti e gli iscritti a “indire per il 2024 un Grande Satyagraha di azioni nonviolente che favoriscano un provvedimento di clemenza senza tralasciare, anzi dandole impulso immediato, il sostegno alla proposta del deputato Roberto Giachetti di modifica della liberazione anticipata speciale (75 giorni ogni semestre come ristoro) e ordinamentale (60 giorni ogni semestre per il futuro), così come a tutte le altre proposte – da qualsiasi parte provengano – che abbiano come finalità la riduzione del sovraffollamento e il miglioramento delle condizioni di vita della comunità penitenziaria.

Infine, si sono impegnati gli organi dirigenti “a intervenire, anche con un amicus curiae, a favore dei ricorsi presentati davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dai fratelli Cavallotti e altri imprenditori e a sostenere le proposte di legge presentate nel parlamento italiano volte a riformare il regime della prevenzione che nel nome della “guerra alla mafia” ha aggravato e ormai sostituito il sistema penale con misure – quali lo scioglimento dei comuni, i sequestri e le confische personali e patrimoniali, le informazioni interdittive prefettizie – che si sono rivelate spesso più distruttive dei castighi penali e che sono incompatibili con le regole di uno stato di diritto e del giusto processo e del tutto inaccettabili e odiose quando, come spesso capita, siano inflitte a imprese e nei confronti di persone mai indagate, imputate o condannate per mafia.”

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