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PENA DI MORTE. DOSSIER DI NESSUNO TOCCHI CAINO

10 ottobre 2008: s'intitola "La pena di morte nel mondo - I FATTI PIÙ IMPORTANTI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2008" il dossier che Nessuno tocchi Caino ha presentato in occasione della Giornata europea contro la pena capitale.
L’evoluzione positiva verso l’abolizione della pena di morte in atto nel mondo da oltre dieci anni, si è confermata anche nei primi nove mesi del 2008, rileva l’Associazione.
I paesi o i territori che hanno deciso di abolirla per legge o in pratica sono oggi 150. Di questi, i paesi totalmente abolizionisti sono 95; gli abolizionisti per crimini ordinari sono 7; quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono 4; i paesi abolizionisti di fatto, che non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni o che si sono impegnati internazionalmente ad abolire la pena di morte, sono 44.
I paesi mantenitori della pena di morte sono 47, a fronte dei 49 del 2007, dei 51 del 2006 e dei 54 del 2005. Nei primi nove mesi del 2008, è diminuito il numero di paesi che hanno fatto ricorso alle esecuzioni capitali: sono stati 18, a fronte dei 26 del 2007 e dei 28 del 2006.
Nei primi nove mesi del 2008, vi sono state almeno 5.454 esecuzioni, a fronte delle almeno 5.851 del 2007 e delle almeno 5.635 del 2006. Una diminuzione significativa rispetto allo stesso periodo del 2007, dovuta sicuramente alla approvazione, il 18 dicembre 2007, della risoluzione delle Nazioni Unite sulla moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Nei primi nove mesi del 2008 non si sono registrate esecuzioni in 6 paesi che le avevano effettuate nel 2007: Afghanistan (erano state 15), Bangladesh (6), Etiopia (1), Guinea Equatoriale (3), Kuwait (almeno 1) e Singapore (2).
Dei 47 mantenitori della pena di morte, 38 sono paesi dittatoriali, autoritari o illiberali. In 18 di questi paesi, nei primi mesi del 2008, sono state compiute almeno 5.409 esecuzioni, oltre il 99% del totale mondiale. A ben vedere, in tutti questi paesi, la soluzione definitiva del problema, più che alla lotta contro la pena di morte, attiene alla lotta per la democrazia, l’affermazione dello Stato di diritto, la promozione e il rispetto dei diritti politici e delle libertà civili.
Sul terribile podio dei primi tre paesi che nei primi mesi del 2008 hanno compiuto più esecuzioni nel mondo figurano, come nel 2007, tre paesi autoritari: la Cina, l’Iran e l’Arabia Saudita.
Dei paesi mantenitori della pena di morte, sono solo 9 quelli che possiamo definire di democrazia liberale, con ciò considerando non solo il sistema politico del paese, ma anche il sistema dei diritti umani, il rispetto dei diritti civili e politici, delle libertà economiche e delle regole dello Stato di diritto.
Le democrazie liberali che nei primi mesi del 2008 hanno praticato la pena di morte sono state 4 e hanno effettuato in tutto 45 esecuzioni, meno dell’1% del totale mondiale: Stati Uniti (24), Giappone (13), Indonesia (almeno 7) e Botswana (almeno 1). Esecuzioni potrebbero essere avvenute anche in Mongolia, anche se non risultano dati ufficiali.
Ancora una volta, l’Asia si conferma essere il continente dove si pratica la quasi totalità della pena di morte nel mondo. Se contiamo che in Cina vi sono state almeno 5.000 esecuzioni (anche se diminuite rispetto all’anno precedente), il dato complessivo dei primi nove mesi del 2008 nel continente asiatico corrisponde ad almeno 5.410 esecuzioni, in netto calo rispetto al 2007 quando erano state almeno 5.782 e al 2006 quando erano state almeno 5.492.
Le Americhe sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per gli Stati Uniti, l’unico paese del continente che ha compiuto esecuzioni nei primi nove mesi del 2008: 24 le persone giustiziate (erano state  42 nel 2007 e 53 nel 2006).
In Africa, nei primi nove mesi del 2008 la pena di morte è stata eseguita solo in 4 paesi (erano stati 7 nel 2007) dove sono state registrate almeno 17 esecuzioni – Botswana (almeno 1), Libia (almeno 6), Somalia (almeno 3) e Sudan (almeno 7) – contro le almeno 26 del 2007 e le 87 del 2006 effettuate in tutto il continente. Da notare che Etiopia e Guinea Equatoriale che nel 2007 hanno giustiziato rispettivamente 1 e 3 persone, non hanno effettuato esecuzioni nel 2008, mentre in Egitto, dove nel 2007 è stato effettuato un numero imprecisato di esecuzioni, non risultano esecuzioni quest’anno, almeno ufficialmente.
In Europa, la Bielorussia continua a costituire l’unica eccezione in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte. Secondo quanto reso noto dalla Corte Suprema, 3 esecuzioni sono state effettuate nel febbraio del 2008. Ne era stata effettuata 1 nel novembre del 2007 e, secondo i dati OSCE, almeno 3 esecuzioni nel 2006 e 4 nel 2005.
Dopo che nel 2007, ben 8 paesi hanno cambiato status rafforzando ulteriormente il fronte a vario titolo abolizionista, altri 4 lo hanno fatto nei primi nove mesi del 2008: l’Uzbekistan è passato da mantenitore ad abolizionista il 1° gennaio 2008; Saint Kitts e Nevis e Sierra Leone hanno superato dieci anni senza praticare la pena di morte e quindi vanno considerati abolizionisti di fatto. Il 6 agosto 2008, con l’abolizione del Codice di Giustizia Militare, l’Argentina, già abolizionista per crimini ordinari, ha cancellato anche l’ultima traccia di pena di morte presente nell’ordinamento del Paese. In linea con questa decisione, il 2 settembre 2008, l’Argentina ha ratificato anche il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e il Protocollo alla Convenzione Americana sui diritti umani, entrambi relativi all’abolizione della pena di morte.
Il 9 ottobre 2008, in Italia, il Senato ha approvato il disegno di legge di ratifica del Tredicesimo Protocollo alla Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, relativo all’abolizione della pena di morte in tutte le circostanze. Il via libera definitivo dell’assemblea di Palazzo Madama è giunto dopo l’approvazione della Camera dei Deputati avvenuta il 24 settembre. La pena di morte era stata cancellata anche dalla Costituzione nel 2007.
Nei primi nove mesi del 2008, ulteriori passi significativi verso l’abolizione o fatti comunque positivi come commutazioni collettive di pene capitali si sono verificati in alcuni paesi. Nel maggio 2008, il presidente del Camerun ha firmato un decreto che commuta in ergastolo le condanne a morte e riduce a 20 anni di carcere la pena di chi ha già ricevuto la commutazione in ergastolo della propria condanna capitale. Nell’aprile 2008, Cuba ha annunciato la commutazione di tutte le condanne a morte. Nei primi di luglio 2008, il Pakistan ha deciso la conversione delle condanne a morte in ergastolo a beneficio di circa 7.000 prigionieri. Nell’agosto 2008, 52 detenuti di Trinidad e Tobago, giudicati colpevoli di omicidio, si sono visti commutare la condanna capitale in ergastolo. Per il terzo anno consecutivo Taiwan non ha effettuato esecuzioni.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, dopo che nel 2007 il New Jersey è diventato il primo Stato Usa in quarant’anni ad abolire la pena di morte, l’Illinois, per il nono anno consecutivo, ha rispettato la moratoria delle esecuzioni. I dubbi sul metodo dell’iniezione letale hanno investito della questione la Corte Suprema e di fatto portato ad una sospensione delle esecuzioni in molti stati che è iniziata nel settembre del 2007 e si è protratta per otto mesi fino a maggio 2008. Questo ha fatto sì che le esecuzioni nei primi nove mesi del 2008 siano state “solo” 24, mentre nel 2007 erano state 42, il numero più basso degli ultimi 14 anni.
Sul fronte opposto, nei primi nove mesi del 2008, per la prima volta non si sono registrate esecuzioni in paesi che le avevano sospese da molti anni, a fronte dei 2 Stati (Afghanistan ed Etiopia) che nel 2007 avevano ripreso a praticare la pena di morte dopo alcuni anni di sospensione e in rapporto ai 6 del 2006.
Nel febbraio del 2008, il parlamento del Guatemala ha approvato una legge che pone fine alla moratoria delle esecuzioni capitali in atto dal 2002, ma il Presidente Alvaro Colom ha posto il veto.
Nel luglio del 2008, la Liberia ha introdotto la pena di morte per alcuni reati violenti, in aperta violazione con gli obblighi sottoscritti dal Paese a livello internazionale.
Il 21 aprile 2008, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato il via libera alle esecuzioni dopo che, il 16 aprile, la stessa Corte ha riconosciuto la costituzionalità dell’iniezione letale. Il 6 maggio 2008, un uomo è stato giustiziato in Georgia mediante iniezione letale, mettendo fine alla moratoria di fatto delle esecuzioni negli Stati Uniti, iniziata il 25 settembre 2007. (Fonti: NtC, 10/10/2008)

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