INDIA: LE AUTORITA’ CHIEDONO CHIARIMENTI SUL PREZZO DEL SANGUE PER NIMISHA

Nimisha Priya

12 Dicembre 2023 :

L'Alta Corte di Delhi l’11 dicembre 2023 ha chiesto a Premakumari, la madre di Nimisha Priya, l'infermiera del Kerala condannata a morte in Yemen per l’omicidio di un cittadino di quel Paese, di fornire documenti che chiariscano l’opzione legale del “prezzo del sangue” nel caso della ragazza.
Questa compensazione economica è considerata l’ultima possibilità per negoziare con la famiglia della vittima e potenzialmente salvare sua figlia.
Premakumari, originaria di Kollengode nel Kerala, si è rivolta all'Alta Corte di Delhi chiedendo il permesso di recarsi nello Yemen insieme ad altre tre persone, nonostante le restrizioni sui cittadini indiani che visitano la regione.
Il governo centrale di Delhi ha informato la Corte che l’India non ha legami diplomatici con lo Yemen e che la sua ambasciata nel Paese è stata chiusa.
L’unica possibilità di salvezza per Nimisha dipende dalla famiglia della vittima, Talal Abdo Mahdi, che la perdonerà in cambio del prezzo del sangue, un risarcimento pagato dall’autore del crimine o dai suoi parenti, in conformità con la legge della Sharia, oltre che dall’intervento diplomatico.
Durante l’udienza dell’11 dicembre davanti al giudice Subramonium Prasad dell’Alta Corte di Delhi, è stato reso noto che la Corte Suprema dello Yemen il 13 novembre ha respinto l’appello di Nimisha, confermando la condanna a morte e lasciando il pagamento del “prezzo del sangue” come unico mezzo per evitare la pena capitale.
Il giudice Subramonium Prasad ha chiesto di ricevere la sentenza con cui il tribunale dello Yemen, pur confermando la pena di morte, ha concesso l’opzione legale del “prezzo del sangue”, e ha rimandato la questione al 12 dicembre.
L'avvocato Subhash Chandran K R, che rappresenta la madre di Nimisha Priya, ha ricordato all'Alta Corte che il prezzo del sangue è un’opzione riconosciuta del sistema legale nel paese mediorientale, consentita dalla legge della Sharia.
Nimisha, un’infermiera del Kerala, lavorava nello Yemen quando i viaggi da e verso il Paese furono proibiti nel 2016 a causa della guerra civile. Mentre suo marito e sua figlia erano rientrati in India nel 2014, lei era rimasta per impegni di lavoro. Nel 2015, con l'assistenza del cittadino yemenita Talal Mahdi, aprì una clinica. Tuttavia, sono sorti conflitti, riguardanti presunti abusi e torture da parte di Mahdi, che le avrebbe anche confiscato il passaporto, impedendole il ritorno nel suo Stato d'origine. Mahdi si sarebbe presentato falsamente come suo marito alle autorità yemenite, ostacolando qualsiasi aiuto.
Nimisha è stata condannata per l'omicidio di Talal Abdo Mahdi, commesso nel luglio 2017 con l’iniezione di sedativi, nel tentativo di recuperare il suo passaporto. I sedativi avrebbero provocato un'overdose accidentale e la morte dell’uomo.

 

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