CINA. NESSUNO TOCCHI CAINO CHIEDE SIA SUPERATO SEGRETO DI STATO SU DATI PENA DI MORTE

Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino

17 Marzo 2008 :

l’associazione Nessuno tocchi Caino chiede che sia superato in Cina il segreto di stato sul numero delle condanne a morte emesse e delle esecuzioni praticate.
Sergio D'Elia, deputato e Segretario di NtC ed Elisabetta Zamparutti, tesoriera e curatrice del Rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo dell’Associazione hanno dichiarato:
"Come sui gravi fatti accaduti a Lhasa e segnalati in altre regioni dell'altipiano, non è dato conoscere il numero effettivo delle vittime, così sulla pena capitale in Cina permane il segreto di stato. La Corte Suprema cinese ha dichiarato la settimana scorsa che, dalla riassunzione nel gennaio 2007 del potere di confermare le condanne capitali, si è registrata una riduzione del 15% delle condanne a morte emesse nel 2007 dai tribunali di grado inferiore. Per la Fondazione Dui Hua, ong con sede a San Francisco, sarebbero circa seimila le persone giustiziate in Cina nel 2007, pari a un 25-30% in meno rispetto all'anno precedente.
Sono segnali importanti che devono però divenire ufficiali e cioè la Cina deve fornire le statistiche sia delle condanne a morte che delle esecuzioni effettuate nel 2007 e negli anni precedenti.
La risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni approvata dall'Assemblea Generale dell'ONU chiede che gli stati mantenitori forniscano al Segretario generale dell'ONU i dati su esecuzioni e sentenze capitali. L'istituzione, già nel corso del Consiglio dei diritti umani di Ginevra, di un "inviato speciale" del Segretario generale dell'ONU sulla pena di morte è l'aiuto che l'Italia e la coalizione trans-regionale pro-moratoria possono fornire alla Cina per la trasparenza, a partire dalla pena di morte, sullo stato dei diritti umani".
 

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