CINA. CORTE SUPREMA, ANNULLATE 15% CONDANNE CAPITALI ESAMINATE

In Cina gli imputati vengono spesso mostrati in catene agli spettatori

30 Giugno 2008 :

la Corte Suprema cinese ha annullato il 15% delle condanne a morte che ha esaminato nei primi sei mesi di quest’anno, rende noto un organo di stampa ufficiale, sebbene le cifre complessive relative a condanne a morte ed esecuzioni in Cina restino un segreto di stato.
Per il China Daily, la percentuale dimostra l’alto livello di controllo esercitato dalla Corte Suprema, che da gennaio dell’anno scorso è tornata in possesso del potere esclusivo di ratifica delle condanne a morte.
In relazione alle condanne capitali annullate, la maggior parte sono state respinte per insufficienza di prove o perché “inappropriate”, ha dichiarato Gao Jinghong, giudice della Terza sezione penale della Corte Suprema.
Seguendo il trend internazionale, la Cina sta riducendo il numero delle esecuzioni e “qualora le condizioni sociali lo richiedessero” potrebbe eliminare la pena di morte”, scrive il giornale, precisando subito dopo che “Tuttavia, per ora la pena capitale deve essere mantenuta”.
La scorsa primavera, in un discorso rivolto al parlamento nazionale, il capo della Corte Suprema del Popolo ha detto che solo “i criminali estremamente ignobili” sono stati giustiziati lo scorso anno in Cina, sostenendo inoltre che l’azione riformatrice si è tradotta in un successo assoluto.
Nel corso di questo mese, Zhou Yongkang, membro del Comitato Permanente del Politburo del Partito Comunista, ha chiarito davanti a giudici e procuratori che l’orientamento politico, culturale ed economico della Cina esclude l’adozione di standard legali occidentali.
 

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