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IN CONGO TRA I PARIA SENZA LIBERTÀ E SENZA DIGNITÀ

June 25, 2023:

Padre Giovanni Pross* su L’Unità del 25 giugno 2023

All’entrata del carcere di Kisangani, tra la prima e la seconda porta, alcune donne con qualche rametto di foglie di manioca, un po’ di arachidi, una stuoia, qualche pastiglia contro la malaria, un bicchiere di farina di manioca, stanno barattando con il personale di guardia il permesso di entrare.
Immaginiamo un campo da calcio, con un hangar al centro per incontri e cerimonie religiose, o semplicemente per ripararsi dalla pioggia. I dormitori sono sei. Ci sono poi tre ambienti più chic, abitati da detenuti che si possono permettere di pagare il locale. Questi sono detti “evoluti”, mentre chi è più povero e si accontenta del dormitorio è chiamato “immondezzaio”. Cibo e medicine non esistono. Tutto viene da fuori, dalla famiglia, se ne ha la possibilità, o da gruppi di diverse Chiese. Questo non impedisce di vedere tanta solidarietà con chi non ha visite. Il destino di ognuno è legato a quanto la famiglia riesce a pagare perché un magistrato prenda in mano il tuo dossier.
Tutti sono in attesa di giudizio. Coloro che sono condannati a molti anni di reclusione, vengono trasferiti in un altro carcere, Osio, a 15 km dalla città alla riva sinistra del fiume Congo. Ogni detenuto ha una cella con un letto in cemento (piccolo miglioramento in rapporto alla prigione centrale di Kisangani dove si dorme sul pavimento). Qui, i meno pericolosi possono uscire e lavorare un campo per un minimo di mais, di manioca, di olio di palma, per non morire di fame. Il serbatoio per l’acqua è ormai riempito di tanta sporcizia e l’acqua può venire solo dal rigagnolo che passa a qualche centinaio di metri dal carcere. Persone del villaggio o qualche detenuto più libero, possono prendere dell’acqua in taniche di plastica. Eppure, quando ogni quindici giorni passavo per portare qualcosa come il sapone, un sacco di fagioli e di riso e qualche medicina, trovavo sempre tanta riconoscenza. Trovavo lettere da portare alle famiglie e tante suppliche per avere il modo di accelerare l’uscita.
Le celle sono 100. C’è poi una cella di punizione per coloro che tentano la fuga o creano disordine.
Il personale del carcere non è pagato, e così gli agenti sfruttano le visite dei parenti per pagarsi il servizio.
La disciplina all’interno è in mano ai banditi più temuti. In questo modo il personale non è coinvolto direttamente in situazioni di guerriglia interna. Molti sono i tentativi di fuga, quasi tutti finiscono male, perché all’interno ci sono elementi che prevengono il direttore su ciò che si trama.
L’igiene lascia molto a desiderare. Fortunatamente il comitato della Croce Rossa Internazionale e Medici senza frontiere intervengono per trovare delle soluzioni a questo problema.
Durante l’epidemia di colera, o quando qualcuno stava per morire con la quasi certezza che avesse l’AIDS, la direzione del carcere non permetteva ai detenuti ammalati di essere trasferiti all’ospedale generale. Questo, perché nessuna guardia carceraria era disposta ad andare all’ospedale con l’ammalato. Se infatti questo scappava, la colpa ricadeva unicamente su chi era stato messo di guardia.
Il carcere (oltre alle donne e ai minori alloggiati dietro il carcere stesso) accoglie anche militari in attesa di giudizio, perché la cella del carcere militare è troppo piccola. Questo rende ancora più problematica la vita dei civili.
Una piaga, che sembra tuttavia sempre meno presente, è costituita dal modo brutale e inumano di trasportare i detenuti da carceri di città lontane al carcere di Kisangani, capoluogo di regione.
Con dei tondini per cemento da dieci legano i due piedi e le due mani così da impedire la fuga.
Su dei camion e con strade impossibili, sono trasportati per più di 500 km. Il ferro logora e penetra nella carne dove i piedi e le mani sono serrati. All’arrivo a Kisangani si vedono solchi alle caviglie. Siccome il carcere non è dotato di mezzi per liberare questi poveracci, col permesso del direttore portavo il detenuto presso un meccanico per poter tagliare il ferro con la mola a disco.
In RDC è ancora vigente la pena capitale, ma fortunatamente le ultime esecuzioni risalgono agli anni ’70. Va detto che in ogni centro importante ci sono prigioni che ospitano la gente del posto. Il numero di carcerati aumenta velocemente. Anche qui, la vita e la salute degli ospiti dipendono da diverse Chiese, in particolare da quella cattolica, perché le missioni si trovano anche all’interno della foresta.
In RDC il carcere è un mondo a parte, con le sue regole, la sua violenza, la sua gerarchia, ma anche con una certa solidarietà. È comunque certo che all’uscita il detenuto non è migliore di quando è entrato.
* già missionario dehoniano in Congo

USA - Judge to Decide Whether Taint of C.I.A. Torture Extended to Guantánamo
USA - Florida. Death sentences for Reynaldo Figueroa-Sanabria overturned
CHINA: COURT UPHOLDS DEATH SENTENCE ON MAN FOR ENDANGERING PUBLIC SECURITY WITH DANGEROUS METHODS
INDIA: MAN SENTENCED TO DEATH FOR RAPING, KILLING 8-YEAR-OLD GIRL IN UP’S AURAIYA
USA - Florida. Steven Wolf, 62, White, sentenced to death
UKRAINE WAR: RUSSIA EXECUTED 77 CIVILIANS DETAINED BY ITS FORCES, UN SAYS
UAE: 2 OF 3 PARDONED FILIPINOS SAVED FROM DEATH ROW
BANGLADESH: 4 SENTENCED TO DEATH FOR 1971 WAR CRIMES IN JASHORE
INDIA: DELHI HIGH COURT COMMUTES DEATH SENTENCE OF MAN CONVICTED FOR KIDNAPPING, MURDER OF 12-YEAR-OLD NEIGHBOUR
IRAN - Council of the European Union targets 7 Iranians
USA - Florida. Judge Robert Branning formally sentence Joseph Zieler to death
SAUDI ARABIA: TWO YEMENIS EXECUTED FOR TERRORISM OFFENSES
NIGERIA: ONDO COURT SENTENCES 78-YEAR-OLD TO DEATH FOR KILLING PROPRIETOR
VIETNAM: THREE TAIWANESE SENTENCED TO DEATH FOR DRUG TRAFFICKING
IRAN - Mohsen Gomshadzehi and Eshagh Anshini executed in Zahedan on June 24
IRAN - Ishaq Anshini executed in Zahedan on June 14
USA - Florida. Dane Abdool sentenced to death for 2nd time
NORTH KOREA: FIVE INMATES AT POLITICAL PRISON CAMP PUBLICLY EXECUTED FOR CAUSING A ‘DISTURBANCE’
BANGLADESH: 7 SENTENCED TO DEATH, 5 TO LIFE IN PRISON FOR MURDER IN CUMILLA
SAUDI ARABIA: SHIA MAN FROM QATIF REGION EXECUTED OVER TERROR CHARGES
AFGHANISTAN: TALIBAN CARRY OUT 2ND KNOWN PUBLIC EXECUTION SINCE SEIZING POWER
USA - 70 Years After Their Executions, Rosenberg Sons Still Looking to Clear Mother’s Name
IRAN - Hemin Mostafaei executed on June 21 in Sanandaj
IRAN - Aref Havasi executed in Ilam on June 20
UNITED ARAB EMIRATES: FOUR ASIANS SENTENCED TO DEATH FOR DRUG TRAFFICKING
IRAN - Siamak Lutfi executed in Tabriz on June 20
IRAN - Vahid Seifi executed in Tabriz on June 20
IRAN - Hadi Al-Nasser and Abbas Khanjari executed in Ahvaz on June 19
IRAN - Mohsen Samadi executed in Saveh on June 19
IRAN - Danesh Salari executed in Kahnuj on June 19

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  IRAN - Hands off Cain Year End Report: At least 284 executions in 2020  
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