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IRAN - Iranian director Mohammad Rasulof
IRAN - Iranian director Mohammad Rasulof
IRAN - 'Spinti dalla paura": le autorità reprimono il dissenso tra il crescente malcontento pubblico

12 luglio 2022:

"Spinti dalla paura": l'Iran reprime il dissenso tra il crescente malcontento pubblico.
Le autorità iraniane hanno dato un altro giro di vite contro quelli che considerano “dissidenti”, ma intorno a loro cresce il sentimento anti-establishment, e le proteste in tutta la Repubblica islamica sono quasi quotidiane.
Negli ultimi giorni sono stati arrestati importanti critici del governo, tra cui il politico riformista Mostafa Tajzadeh e i noti registi Jafar Panahi e Mohammad Rasulof. Altri attivisti sono stati convocati nei giorni scorsi per essere interrogati dalle autorità.
Gli analisti affermano che la recente ondata di arresti è una risposta al crescente malcontento della popolazione per il cattivo stato dell'economia, che è stata devastata dalle paralizzanti sanzioni statunitensi e da anni di cattiva gestione. Le proteste per le lamentele economiche negli ultimi mesi sono spesso diventate politiche, con i manifestanti che hanno diretto la loro furia contro l'establishment clericale, che occupa tutte le posizioni di vertice della burocrazia statale.
L’Iran è stato molto indebolito dalle sanzioni statunitensi volte a costringere l’Iran ad accettare i controlli internazionali sul proprio piano di sviluppo dell’energia nucleare, che secondo le dichiarazioni ufficiali di Teheran dovrebbe servire alla costruzione di centrali elettriche, ma che gli Stati Uniti ritengono abbia l’obiettivo di dotare la repubblica islamica di armi nucleari. Un accordo fu raggiunto nel 2015, per cui, in cambio di controlli periodici da parte dell’agenzia internazionale sull’energia atomica, gli Stati uniti avrebbero proceduto con una graduale revoca delle sanzioni economiche. Nel 2018 però il presidente Trump decise unilateralmente di rompere l’accordo firmato dal presidente Obama, e dicendosi convinto della malafede iraniana nel rispetto degli accordi, decise di reimporre in pieno le sanzioni economiche.
"Sotto pressione da tutte le parti"
Le autorità hanno fatto ricorso in alcuni casi a intimidazioni, arresti e forza per sedare le proteste. Importanti dissidenti iraniani hanno espresso il loro sostegno ai manifestanti e hanno invitato le forze dell'ordine a deporre le armi.
L'analista con sede a Parigi Reza Alijani ha affermato che le autorità stanno cercando di seminare paura.
"Per prevenire il divampare delle proteste e mantenere le cose sotto controllo, la Repubblica islamica prende di mira coloro che hanno coraggio e impatto civile", ha detto a RFE/RL.
“La Repubblica islamica sa che la situazione economica peggiorerà”, ha aggiunto. “Non c'è nemmeno speranza per un'apertura nei negoziati sul nucleare. Pertanto, le autorità “blinderanno” ulteriormente l'atmosfera, poiché sanno che probabilmente dovranno affrontare più proteste".
Il giornalista Ahmad Zeidabadi, da Teheran, suggerisce che i recenti arresti di dissidenti di alto profilo siano stati un atto di disperazione. "I funzionari iraniani si trovano sotto pressione da tutte le parti", ha detto Zeidabadi su Twitter il 9 luglio. "Penso che questo li abbia fatti arrabbiare e hanno preso decisioni per rabbia".
Mostafa Tajzadeh è stato arrestato l'8 luglio con l'accusa di "cospirazione per agire contro la sicurezza del Paese" e "pubblicare bugie per turbare l'opinione pubblica".
Critico dell'establishment clericale, Tajzadeh era stato viceministro degli interni sotto il presidente riformista Mohammad Khatami, al potere dal 1997 al 2005.
Tajzadeh su Twitter e Clubhouse aveva criticato duramente le autorità, dove ha attirato migliaia di ascoltatori. Un'applicazione di social media basata sugli audio, Clubhouse è diventata un'importante piattaforma di dialogo tra gli iraniani, che si uniscono alle chat room virtuali per ascoltare analisti, giornalisti e dissidenti.
In un recente post su Twitter, Tajzadeh ha affermato che il leader supremo, l'ayatollah Ali Khamenei, dovrebbe essere ritenuto responsabile se i colloqui volti a rilanciare l'accordo nucleare falliscono. Gli osservatori hanno affermato che ripristinare l’accordo potrebbe offrire a Teheran un significativo sollievo economico.
Panahi è stato arrestato l'11 luglio davanti a un tribunale di Teheran, dove stava manifestando solidarietà ai casi di Rasulof e di Mostafa al-Ahmad, un altro regista attivista. Rasulof e Ahmad sono stati arrestati l'8 luglio e accusati di "associazione con la controrivoluzione" e "infiammare e sconvolgere la sicurezza psicologica della società".
Panahi è stato tra gli oltre 300 registi e attivisti culturali che hanno rilasciato una dichiarazione il 9 luglio in cui condannano gli arresti di Rasulof e Ahmad.
I tre sono stati tra le decine di registi iraniani che a maggio hanno scritto una lettera aperta in cui invitavano le forze di sicurezza a "deporre le armi" di fronte all'indignazione per "corruzione, furto, inefficienza e repressione" in seguito alla violenta repressione delle persone che protestavano per il crollo di un edificio nella città di Abadan, attribuito all’incuria e alla corruzione, che ha causato la morte di 41 persone.
Dopo la diffusione della lettera, molti dei firmatari sono stati minacciati dalle autorità. Alcuni hanno ritirato le firme.
Sempre l'11 luglio, le autorità hanno arrestato i familiari di diversi manifestanti che erano stati uccisi dalla polizia durante i disordini di piazza nel novembre 2019, quando decine di migliaia di persone si sono radunate in tutto il paese per protestare contro l'improvviso aumento del prezzo della benzina.
Nahid Shirpisheh, che ha fatto una campagna per ottenere giustizia per l'uccisione di suo figlio di 27 anni, Puya Bakhtiari, è una tra le persone arrestate.
Nelle ultime settimane anche diversi attivisti sono stati convocati dalle autorità per essere interrogati, tra cui l'83enne Kurosh Zaim, attivista pro-democrazia e membro di spicco del partito politico messo al bando Fronte Nazionale dell'Iran.
"Le autorità stanno attaccando perché hanno paura", ha detto al telefono a Radio Farda Zaim, da Teheran, che in passato è stato incarcerato per il suo attivismo. "La paura è ciò che li guida".

'Driven By Fear': Iran Cracks Down On Dissent Amid Rising Public Discontent (rferl.org)
https://www.rferl.org/a/iran-crackdown-dissent-filmmakers-high-profile-critics/31940123.html
https://english.shabtabnews.com/2022/07/12/why-is-the-regime-arresting-filmmakers/

(Fonte: rferl.org)

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