Year
How to use the database
HANDS OFF CAIN’S 2015 REPORT
The worldwide situation (as of 30 June 2016)
EXECUTIONS IN 2014
EXECUTIONS IN 2015 (as of 30 June)
The most important facts of 2015 (and the first six months of 2016)
ADDRESS of Pope Francis
THE SMILING FACE OF THE MULLAHS
Reportage by Sergio D'Elia
ANALYSIS OF THE 2015 REPORT DATA AND OBJECTIVES OF HANDS OFF CAIN
Reportage by Marco Perduca
"THE ABOLITIONIST OF THE YEAR 2015” AWARD
Protocol of understanding between NTC and CNF
Dossier on death penalty and homosexuality
Final declaration of the Cairo workshop
Goals
Achievements
GENERAL MOTION OF THE FIFTH CONGRESS OF HOC
RESOLUTION OF THE KIGALI CONFERENCE
U.N. RESOLUTION 2014

U.N. RESOLUTION 2012
U.N. RESOLUTION 2010

REPORT ON THE 2ND ANNUAL EU FORUM ON THE DEATH PENALTY IN ZAMBIA

Videos

DECLARATION OF LIBREVILLE

Publications
Hands Off Cain Headquarters
U.N. RESOLUTION 2008

U.N. RESOLUTION 2007

Appeal To The United Nations
Board of Directors

LETHAL TRADE DOSSIER
2014 FREETOWN CONFERENCE Final Declaration
THE COTONOU DECLARATION 2014
DOSSIER IRAQ 2003

DOSSIER ON MORATORIUM
DOSSIER IRAQ 2012

DOSSIER USA 2011

NOBEL LAUREATES APPEAL
Bulletin Board
Sign up
Join appeal
Newsletter
Our Publications

LA VICENDA DI NINO RIZZO, SBATTUTO IN CARCERE DAI ‘BUONI’ E SALVATO DAI ‘CATTIVI’

June 6, 2022:

Antonio Coniglio su Il Riformista del 3 giugno 2022

Sul caffè, Eduardo De Filippo, scrisse un monologo. Capace di resuscitare finanche Lazzaro, di salvare una vita. Nino Rizzo da Catania, medico con la passione della scrittura, il caffè lo prendeva amaro. Non sappiamo se per un omaggio al gusto o per un ossequio deontologico alla glicemia. Lo assaporava amaro, il suo caffè, fino alla mattina in cui una gazzella dei carabinieri lo ha accompagnato in carcere, da presunto innocente, in custodia cautelare, ristretto con la matricola 60731. “Lo gradisce un caffè?”, chiosò un agente. Nino lo assaporò, anche se quel caffè, per la prima volta nella sua vita, era zuccherato. Lo gustò, in un momento di sopraffazione, quando l’esistenza ti sembra franare addosso, e basta poco per sentirti, foss’anche per un attimo, nuovamente uomo.
La giustizia, nel nostro Paese, soffoca, strozza, annichilisce il senso di umanità, a guisa di una rete fitta, all’interno della quale qualsiasi movimento aggrava il dolore e toglie la speranza. Nino Rizzo, in carcere, è rimasto 25 giorni. Ha conosciuto il “Niceto”, il “Simeto piano terra” e il “Simeto primo piano”. Non sono corsi d’acqua ma le sezioni della casa circondariale di Piazza Lanza a Catania. Un fiume di dolore e buoni sentimenti che racconta nel suo “25 giorni”: uno scritto che è omaggio ai suoi fratelli detenuti. Gli stessi – nella vulgata i cattivi – che gli hanno invece salvato la vita. Con quegli uomini, privati della libertà, ha condiviso ansie, speranze, delusioni, aneliti di futuro. Uno di loro gli ha cucinato un piatto da chef stellato Michelin; un altro, in una barberia organizzata alla buona, gli ha tagliato i capelli, riconsegnandogli perfino uno scampolo di giovinezza. C’è stato pure chi ha aperto il suo cuore, irretendolo nella sua struggente storia d’amore. Con loro, ha guardato anche “Le avventure di Pinocchio” di Comencini e ha festeggiato un compleanno in cella: un abbraccio, uno scambio di auguri autentico e anticonvenzionale che ti fa comprendere le vertigini interiori della vita. In uno di quei tanti giorni, nei quali la televisione è sempre accesa. Per non pensare, non misurare il tempo.
Il caffè, Nino, ha continuato a prenderlo zuccherato. Da quell’attimo in cui i compagni di cella “te lo offrono e non puoi non accettare”. Perché, in quella pozione magica, che inonda del suo aroma quattro mura, in quel fondo di un bicchiere di plastica, c’è tutta la solidarietà, la benignità, di un mondo che un sistema giustizia infermo e una opinione pubblica fuorviata concepisce come il terreno del male. Di “male” in quei venticinque giorni Rizzo ne ha conosciuto, ma è la “banalità del male” di uno Stato che, nel nome delle ragioni di Abele, diviene esso stesso Caino. È una questione che va oltre l’essere ristretti da colpevoli o da innocenti.
Che senso ha consegnarti, appena entrato, un cuscino di gomma piuma giallastro, ridurre la vita di un uomo a un “modulo 392”, una domandina per chiedere ciò che è scontato, frustrando la tua anima quotidianamente in una condizione di inferiorità? Che senso ha una illuminazione opprimente e inquietante, costringere l’essere umano nell’ angustia di qualche metro quadrato, cucinare laddove vai in bagno, limitare i contatti con i tuoi familiari? Che senso ha in fondo il carcere stesso, una struttura anacronistica, fuori dalla storia, che ti spezza il fiato? Nel quale ci si ammala e, per prendere sonno, non bastano calmanti e ansiolitici?
“25 giorni”, il libro di Rizzo, diventa allora una denuncia sociale. Quello che è “un colletto bianco”, un medico affermato della società catanese, comprende ciò che un tempo non poteva immaginare. Lui è un “detenuto per caso” e scrive un diario, a futura memoria, per quei ragazzi ristretti che “gli hanno voluto bene più di quello che lui ha potuto dimostrare loro”. Quelli che dispongono di una “buca” che non può superare i 20 chili al mese e la cui esistenza è soffocata dal “sopravvitto” e dagli “spesini”. Quelli che fanno “una partitella” per far passare un tempo che ti schiaccia come un macigno. Che attendono con ansia una lettera scritta a mano, a lume di candela, e tengono ancora una foto in bianco e nero per ricordarsi chi sono, per non consegnare la loro vita alla terribilità di un numero di matricola.
Nino Rizzo scrive per loro, per coloro che, quando è andato via, lo hanno applaudito. Per quel “caffè galeotto” che è il più buono di sempre. L’unico caffè amaro è quello dello Stato. Abbiamo creato un sistema – quello carcerario – che è un luogo concepito per infliggere strutturalmente dolore e sofferenza. Un grande lazzaretto, nel quale – privati di significativi contatti umani – si perdono i sensi umani fondamentali, si diventa muti, sordi, ciechi, si consumano le proprie esistenze, da sepolti vivi.
L’unico caffè amaro è quello dello Stato. Che, nel nome della giustizia del taglione, dimentica le ragioni dell’uomo.


[<< Prec] 1 2 3
2025
january
february
march
april
may
  2024
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2023
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2022
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2021
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
 
2020
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2019
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2018
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2017
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2016
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2015
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
 
2014
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2013
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2012
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2011
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2010
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2009
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
 
2008
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2007
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2006
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2005
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
  2004
january
february
march
april
may
june
july
august
september
october
november
december
 
IRAN - Wife of Djalali pleads for EU action
  IRAN - Hands off Cain Year End Report: At least 284 executions in 2020  
  IRAN: HANDS OFF CAIN, THE HANGING OF THE PROTESTER MOSTAFA SALEHI IS A SHAME FOR THE SO-CALLED DEMOCRATIC WORLD   
  USA: ‘BLACK LIVES MATTER’, BUT IS IT ONLY RACISM?  
  IRAN. HANDS OFF CAIN, REDUCTION OF DRUG EXECUTIONS BUT NUMBERS REMAIN WORRISOME  
  HUMAN RIGHTS: DEMONSTRATION OF THE RADICAL PARTY BEFORE IRANIAN EMBASSY 14 FEBRUARY  
news
-
latest actions
-
data base
-
actions
-
who we are
-
registered users
-
credits