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Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio
Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio

APPELLO DI NESSUNO TOCCHI CAINO SUL RISCHIO DI AZIONI TERRORISTICHE CON COPERTURA DELLO STATO IRANIANO

Al Ministro degli Esteri Luigi di Maio

L’associazione Nessuno tocchi Caino Le esprime grande preoccupazione per la continua violazione dei diritti umani in Iran e per le impiccagioni degli arrestati nelle manifestazioni antigovernative che esplosero un anno fa e che costantemente monitoriamo.
La preoccupazione riguarda anche l’estensione all’Europa della violenza repressiva, brutale di un regime che se vede un militante dei diritti umani, un oppositore politico, insomma una voce dissenziente, ad esso si relaziona con la pulsione e l’atto della soppressione, dell’annientamento, del mettere a tacere. Fino a giungere a concepire e realizzare azioni terroristiche anche nel nostro continente.
Esponenti della nostra associazione ne hanno fatto l’esperienza diretta quando, il 30 giugno 2018, parteciparono al raduno annuale del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana a Parigi, un movimento di opposizione, fatto per lo più di esuli, guidato da Maryam Rajavi che vuole un Iran libero e democratico. Il suo è un programma improntato al rispetto dei diritti umani e allo Stato di Diritto. Il solo fatto che una donna iraniana presieda questa organizzazione spiega la forza alternativa che incarna e dunque la furia annientatrice, cieca e mortifera, che provoca in un Iran teocratico e misogino.
Maryam Rajavi è stata infatti l’obiettivo dell’attentato terroristico ordito per far saltare in aria, oltre che lei, molti partecipanti alla manifestazione del 30 giugno 2018. Persone come le centinaia di personalità del mondo libero e democratico: Ingrid Betancourt, Patrick Kennedy, Gilbert Mitterand solo per citarne alcuni. L’attentato è stato sventato e il 27 novembre si aprirà un processo a carico di quattro persone iraniane, tra cui un diplomatico iraniano, in carcere in Belgio.
Nell’ultima relazione annuale dell’Intelligence Service federale tedesco, del luglio 2020, è scritto: “Un diplomatico in servizio all’ambasciata iraniana a Vienna, il terzo segretario Assadollah Assadi, è stato arrestato, il 1° luglio 2018, in Germania in seguito a un mandato d’arresto europeo spiccato dalle autorità giudiziarie belghe. Assadi, in pieno servizio presso il Ministero delle Informazioni, è accusato di essere stato il coordinatore di un tentativo di attacco con esplosivi al raduno annuale dei Mojahedin del Popolo a Parigi che ha avuto luogo il 30 giugno 2018”. L’Intelligence Service federale tedesco nelle sue relazioni precedenti aveva affermato che un importante centro di attività d’intelligence del regime “incentrato sui Mojahedin del Popolo e sul Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana” era “l’ambasciata iraniana a Berlino”.
La Francia ha espulso, il 2 ottobre 2018, un diplomatico iraniano; tre ministri francesi hanno condannato l’azione terroristica iraniana in Europa. Negli ultimi due anni sono stati espulsi sei diplomatici iraniani dai Paesi Bassi e dall’Albania. Il primo ministro albanese Edi Rama ha svelato, il 19 aprile 2018, un importante complotto terroristico del regime iraniano in Albania, che doveva essere attuato nell’occasione della festa del capodanno iraniano; questo ha causato l’espulsione dell’ambasciatore iraniano e capo dell’intelligence iraniana di stanza a Tirana.
Queste azioni terroristiche condotte in Europa sono solo l’altra faccia dell’intensificazione dell’oppressione all’interno del Paese; come l’impiccagione del campione iraniano Navid Afkari, che ha scioccato l’opinione pubblica mondiale.
Sappiamo che la Dichiarazione del Consiglio dell’Unione Europea del 29 aprile 1997, prevede che gli agenti iraniani dell’intelligence con copertura diplomatica, giornalistica, economica eccetera siano espulsi e i centri con copertura religiosa o culturale in servizio al terrorismo che diffondono l’integralismo siano chiusi.
Ci rivolgiamo dunque a Lei Ministro per informarla e per chiederle, al di là del corso giudiziario sul tentato attacco terroristico a Parigi, di occuparsi della minaccia che l’Iran costituisce.
Siamo profondamente convinti che il condizionamento al rispetto dei diritti umani di ogni relazione con l’Iran, tanto in sede bilaterale quanto in quella multilaterale, sia il miglior deterrente ad ogni minaccia terroristica.
Pensiamo anche che, vista la comprovata copertura diplomatica dello Stato iraniano a obiettivi terroristici in Paesi europei, si debbano prendere tutte le misure necessarie a verificare la situazione rispetto al nostro Paese, come in Europa e, se del caso, adottare i provvedimenti conseguenti come previsto dalla Dichiarazione del Consiglio dell’Unione Europea.

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