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LOUISIANA (USA): SOSPESE PER ALTRI 18 MESI LE ESECUZIONI NELLO STATO

31 maggio 2016: In Louisiana le esecuzioni sono bloccate dal 2010 da una serie di ricorsi. Oggi il giudice federale James Brady ha fissato all’8 gennaio 2018 la prossima udienza nel procedimento intentato da 2 condannati a morte che contestano il metodo di esecuzione dello stato. È il più recente sviluppo di un ricorso avviato nel dicembre 2012 da Jessie Hoffman, al quale nel febbraio 2013 si era aggiunto un altro detenuto del braccio della morte, Christopher Sepulvado. Sostanzialmente i detenuti in attesa di esecuzione contestano la segretezza con cui lo stato vuole gestire le iniezioni letali, e sostengono che il non poter controllare la provenienza dei farmaci, e quindi la qualità, e la formazione professionale di chi li somministrerà, espone i condannati ad alti rischi di malfunzionamenti delle esecuzioni.
Come è noto, la Costituzione degli Stati Uniti vieta quelle che potrebbero essere “punizioni inusuali (nel senso di fuori della norma) e crudeli”. Il 7 febbraio 2013 il giudice federale James Brady (lo stesso del provvedimento odierno) aveva sospeso l’esecuzione di Sepulvado perché l’Amministrazione Penitenziaria rifiutava di fornire dettagli sul protocollo di esecuzione.
La Louisiana è uno degli stati che ha adottato il protocollo basato su una overdose di Pentobarbital, e i difensori di Sepulvado avevano chiesto di sapere dove fosse stato acquistato il farmaco, ed altri dettagli che l’Amministrazione Penitenziaria si era rifiutata di fornire. Il 4 giugno 2013 un altro giudice federale, Stephen Riedlinger, aveva respinto il ricorso dell’Amministrazione Penitenziaria, che chiedeva di tenere segrete parti del protocollo. Per Riedlinger “I ricorrenti non hanno presentato nessun elemento concreto, e nemmeno un esempio, di come la non segretezza del protocollo potrebbe comportare, come sostengono, “seri problemi di sicurezza”. I ricorrenti non hanno dimostrato né per il presente né per il passato il rischio di interferenze improprie, o manipolazioni, che a questo punto devono essere considerate solo speculazioni e congetture”.
Il giudice Riedlinger aveva dato 14 giorni di tempo all’Amministrazione Penitenziaria per comunicare ai difensori quanto da loro richiesto, e il 13 gennaio 2014 aveva emesso un’altra ordinanza in cui considerava insufficienti le informazioni fornite, ed ordinava alla Amministrazione Penitenziaria di ottemperare entro il 24 gennaio 2014. Secondo Michael Rubenstein, uno degli avvocati dei detenuti del braccio della morte, l’Amministrazione il 17 giugno 2013 aveva reso pubblico un fascicolo di circa 60 pagine dal quale mancavano però delle informazioni fondamentali: mentre l’amministrazione forniva alcune informazioni di base, tipo l’intenzione di adottare il protocollo basato su una iniezione di 5 grammi di Pentobarbital, mancavano informazioni su come e dove il farmaco sarebbe stato reperito, immagazzinato, gestito, e chi, personalmente, avrà la responsabilità ultima sulle scorte del farmaco e sulla formazione del personale.
Il 3 febbraio 2014 Brady sospese per altri 90 giorni l’esecuzione di Sepulvado, che l’amministrazione nel frattempo aveva rimesso in calendario per il 5 febbraio. Il 5 marzo 2014, il giudice Brady, aveva ribadito l’ordine per l’amministrazione penitenziaria di comunicar agli avvocati dei condannati, vincolati a non diffondere pubblicamente i dati, i nomi delle persone che avrebbero composto il team di esecuzione, compreso il personale sanitario e parasanitario, e il percorso di approvvigionamento dei farmaci letali. L’Amministrazione fece ricorso, ma il ricorso fu respinto il 27 marzo 2014 dalla Corte d’Appello del 5° Distretto, che ha considerato come, nell’ordine di Brady, le informazioni sarebbero state condivise solo tra avvocati della difesa, esperti nominati dalla difesa, e personale giudiziario, tutte figure professionali già vincolate da un sufficiente livello di riservatezza. In mancanza di risposte dell’amministrazione, il 28 giugno 2014 il giudice Brady aveva sospeso a tempo indeterminato l’esecuzione di Sepulvado.
Il 19 settembre 2014 la Corte d’appello federale (U.S. Fifth District Court of Appeals) ha accolto il ricorso dell’Amministrazione ed ha annullato la sospensione. Il 17 novembre 2014 il giudice Brady, senza entrare nel merito della sentenza della Corte d’Appello federale aveva comunicato che avrebbe avuto bisogno almeno fino al giugno 2015 per emettere una sentenza sul caso. Poco prima di quella scadenza l’ufficio del procuratore generale, a nome dell’Amministrazione Penitenziaria, comunicò che la scorta di farmaci letali era scaduta, e lo stato non riusciva a procurarsene altri.
Nel febbraio 2016 lo stato confermò di non essere riuscito a rifornirsi di farmaci letali. In realtà l’8 agosto 2014 The Lens, un giornale on-line, rivelò quale fosse la fonte dell’Idromorfone che avrebbe dovuto essere usato nell’esecuzione di Sepulvado. Il portavoce del Lake Charles Memorial Hospital così ricostruì gli eventi: “A gennaio il nostro farmacista è stato contattato dal farmacista di una struttura identificata come Hunt Medical Center. Chiedeva una dose di Idromorfone per un paziente, e noi gliela abbiamo fornita. In nessun momento ci è stato detto o fatto capire che il farmaco sarebbe stato usato per una esecuzione. Uno dei membri del consiglio di amministrazione dell’ospedale, il giudice Gene Thibodeaux, che non ha voluto essere ripreso dalle telecamere, ha detto che al consiglio di amministrazione è stato assicurato che una cosa del genere non succederà più. Dirigenti dell’ospedale hanno detto di non voler essere coinvolti nel dibattito sulla pena di morte, ma hanno confermato che quando il farmaco è stato fornito, era inteso fosse per uso terapeutico.
Oggi è stato l’Ufficio del Procuratore Generale Jeff Landry a chiedere di prorogare la sospensione dell’esecuzione di Sepulvado e altre 4 che erano state messe in calendario “per almeno 18 mesi” perché lo stato, al momento, è sfornito di farmaci letali e non è prevedibile che la cosa possa essere risolta a breve.
“Considerata la situazione, sarebbe uno spreco di tempo e di risorse discutere adesso di qualcosa che è ancora alo stato liquido” ha commentato il Procuratore. Il governatore John Bel Edwards, attraverso una sua portavoce, ha fatto sapere di essere d’accordo con l’iniziativa del Procuratore Generale. Contestualmente, l’Amministrazione Penitenziaria ha fatto sapere di non essere comunque in possesso dei farmaci letali.
Sepulvado, 71 anni, bianco, è stato condannato a morte nell’aprile 1993 per aver picchiato a morte nel 1992 il figlio di 6 anni della sua convivente, Wesley Allen Mercer. (Fonti: The Lens, 31/05/2016)

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